Teatro

Bolle e Murru, in due per 'Onegin' alla Scala

Bolle e Murru, in due per 'Onegin' alla Scala

Ultimo balletto della stagione di danza 2009/2010 del Teatro alla Scala, “Onegin” con la coreografia di Jhon Cranko e la musica di Ciaikowski, andrà in scena dal 9 ottobre al 13 novembre dopo sei anni di assenza, essendo stato rappresentato l’ultima volta al Teatro degli Arcimboldi nel novembre 2004. Un balletto, considerato un esempio perfetto di “dramma in danza” che oltre ad essere la storia di un grande amore infelice, è un esempio di come uno dei maggiori capolavori della letteratura russa scritto da Alekasandr Puskin tra il 1823 e il 1830, possa essere stato trasformato in forma di balletto grazie alla eccezionale sensibilità di un coreografo come Jhon Cranko, il quale nel 1965 lo realizzò per la sua compagnia dello “Stutgarter Ballett”.

Questa sfida verrà affrontata da due coppie d’eccellenza del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, ovvero le etoile maschili Robero Bolle e Massimo Murru, che nelle passate edizioni hanno interpretato il ruolo di Lenskij ed ora per la prima volta nella loro carriera quello di Onegin.
Roberto Bolle aprirà le recite il 9, 12, 15 e 30 ottobre e sarà affiancato da Maria Eichwald nel ruolo di Tatjana, prima ballerina dello “Stuttgarter Ballett”, la compagnia che ha visto nascere i capolavori di Jhon Cranko e che Cranko rese una delle più importanti a livello internazionale insieme a Marcia Haydee.
Massimo Murru danzerà invece insieme a Emanuela Montanari il 3 e il 5 sera, mentre le altre recite vedranno in scena il primo ballerino Mick Zeni nella pomeridiana del 12 e del 13 novembre che porterà al debutto Beatrice Carbone, mentre nella pomeridiana del 3 novembre doppio debutto di Gabriele Corrado con Petra Conti.

“Questo era un debutto che aspettavo da tanto tempo – spiega Roberto Bolle – sin da quando ero bambino allievo della Scuola di Ballo, avevo visto Carla Fracci interpretare il ruolo di Tatjana. Allora ho capito che un giorno avrei voluto salire sul palco ed essere Eugenio Onegin. A ventidue anni avevo interpretato Lenskij e quando recentemente il direttore Vaziev mi ha chiesto cosa mi sarebbe piaciuto fare, gli ho parlato di Onegin e della mia voglia di essere questo personaggio. Oggi credo di essere sufficientemente maturo per interpretarlo – prosegue ancora Bolle – non è di certo come Romeo per esempio, ma ha diverse sfaccettature – per me è una sfida importante e in questo senso sono stato molto aiutato dalla mia partner Maria del Balletto di Stoccarada. Poi ho avuto l’opportunità di lavorare proprio a Stoccarda e di studiare il personaggio insieme al direttore Red Anderson il quale ha lavorato con Cranko e Georgette, oggi ottancinquenne e assistente del grande coreografo. Ho respirato insomma quell’ atmosfera che ha fatto del Balletto di Stoccarda e di Jhon Cranko delle icone del balletto internazionale”.

Del resto come ha spiegato lo stesso Vaziev direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, la messinscena di questo “Onegin” rappresenta una tappa importante per la crescita artistica dei ballerini i quali in questo caso non sono solo interpreti di una coreografia, ma diventano anche degli attori. “Questo spettacolo può esistere solo se ci sono delle personalità importanti - spiega Vaziev – e i danzatori che vedrete sul palcoscencio si distinguono proprio per questa caratteristica. Questo balletto è uno dei miei preferiti perché oltre alla tecnica c’è tanta emozione”.

Del resto “Onegin” ispirato al romanzo in versi di Puskin, è una grande storia d’amore infelice dove l’abilità nel reinventare una storia scritta e nel narrarla in puri termini di danza, rivela una grande libertà nell’andamento drammaturgico e coreografico di Cramko, nel gioco d’amore tra quattro giovani protagonisti del primo atto (Tatjana, Ol’ga, Lenskij e Onegin) e dei tre protagonisti adulti nel secondo atto (Tatjana, il Principe Gremii, suo marito e Onegin).

“Per me è un ruolo di grande importanza ed è un onore interpretarlo – aggiunge Massimo Murru , grande etoile maschile della Scala insieme a Bolle – Cranko è stato un coreografo straordinario per la sua capacità di unire drammaturgia e coreografia. Trovo che questo sia uno dei balletti più cinematografici esistenti nel panorama del repertorio internazionale. Io stesso, quando guardo le prove dall’esterno come spettatore, ho la sensazione di essere al cinema, viceversa quando sono sul palcoscenico cerco di trasmettere al pubblico le emozioni che provo mentre danzo”.

Onegin, Teatro alla Scala 9, 12 (2 rappr.), 15, 30 ottobre, 3 (2 rappr.), 5, 13 novembre 2010